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FINESTRE SUL PASSATO 

MANIFATTURA TABACCHI
Fondata nel 1759 da Gabriele Galantara sui resti dell’antico mulino dei monaci, dopo la concessione dei cistercensi alla produzione e commercializzazione del tabacco da parte di privati, la Manifattura fu realizzata grazie allo sviluppo della tabacchicoltura nello Stato Pontificio e, successivamente, per la produzione di tabacchi lavorati per il Regno d’Italia e i Monopoli di Stato nell’Italia repubblicana, fino alla recente privatizzazione e alle evoluzioni aziendali nel quadro di un’economia globalizzata. Durante la Seconda guerra mondiale la struttura venne pesantemente danneggiata; la ricostruzione postbellica fu affidata all’ing. Pier Luigi Nervi. Fin dalla sua fondazione, l’azienda è stata il motore della trasformazione del territorio di Chiaravalle da un’economia agricola a una protoindustriale. Ma quella della Manifattura “è anche e soprattutto una storia al femminile, di matriarcato operaio: una piccola epopea di lavoratrici, sigaraie per l’esattezza, cuore pulsante della produzione e della vita della fabbrica” (Silvia Serini). Le sigaraie diedero sempre prova di grande indipendenza e intraprendenza, come quando fornirono un contributo economico per permettere, nel 1868, la costruzione del viale alberato – oggi intitolato a loro – che collega la Manifattura al centro abitato. La Manifattura ospitava inoltre una forma di welfare aziendale decisamente all’avanguardia per l’epoca: le sale di maternità, dette anche “incunabolo”. Esse permettevano alle operaie di portare i figli piccoli al lavoro e affidarli ad altre dipendenti incaricate di fare da bambinaie e sorveglianti.
MANIFATTURA TABACCHI
Fondata nel 1759 da Gabriele Galantara sui resti dell’antico mulino dei monaci, dopo la concessione dei cistercensi alla produzione e commercializzazione del tabacco da parte di privati, la Manifattura fu realizzata grazie allo sviluppo della tabacchicoltura nello Stato Pontificio e, successivamente, per la produzione di tabacchi lavorati per il Regno d’Italia e i Monopoli di Stato nell’Italia repubblicana, fino alla recente privatizzazione e alle evoluzioni aziendali nel quadro di un’economia globalizzata. Durante la Seconda guerra mondiale la struttura venne pesantemente danneggiata; la ricostruzione postbellica fu affidata all’ing. Pier Luigi Nervi. Fin dalla sua fondazione, l’azienda è stata il motore della trasformazione del territorio di Chiaravalle da un’economia agricola a una protoindustriale. Ma quella della Manifattura “è anche e soprattutto una storia al femminile, di matriarcato operaio: una piccola epopea di lavoratrici, sigaraie per l’esattezza, cuore pulsante della produzione e della vita della fabbrica” (Silvia Serini). Le sigaraie diedero sempre prova di grande indipendenza e intraprendenza, come quando fornirono un contributo economico per permettere, nel 1868, la costruzione del viale alberato – oggi intitolato a loro – che collega la Manifattura al centro abitato. La Manifattura ospitava inoltre una forma di welfare aziendale decisamente all’avanguardia per l’epoca: le sale di maternità, dette anche “incunabolo”. Esse permettevano alle operaie di portare i figli piccoli al lavoro e affidarli ad altre dipendenti incaricate di fare da bambinaie e sorveglianti.